"Graziella" Romanzo
di Alfonso De Lamartine Isola di Procida
Il
Romanzo "Graziella"
Alfonso de Lamartine:
vita e opere
Alphonse-Marie Prat de Lamartine nasce a Mâconnel 1790.
Studia presso i padri Gesuiti e, a compimento dei suoi studi,
intraprende un viaggio in Italia. Un amore infelice nel
1820 dà vita alle sue prime raccolte liriche: Méditationes
poétiques (1820).Seguono
Nouvelles méditationes (1823), Harmonies
poétiques et religieuses (1830), Recueillements
poétiques (1839). Entra in diplomazia e
dal 1833 al 1851 è eletto deputato come indipendente
all'opposizione e nel 1848 dirige il Ministero degli Esteri
del governo provvisorio.
Nel 1835 compie un viaggio in oriente con la moglie e la
figlia da cui nasce Voyage en Orient.
Le sue esperienze politiche sono espresse negli scritti
Jocelyn (1836), La chute d'un ange
(1838), Histoire des Girondins (1847).
Graziella e Cours familier de
Littérature (1859-69) sono le ultime opere
dello scrittore, ormai rovinato e pieno di debiti fin quando
il governo imperiale, nel 1867, gli assegna un vitalizio.
Muore a Parigi nel 1869.
Il romanzo "Graziella":
la trama
Il giovane scrittore francese Alphonse de Lamartine
durante un viaggio in Italia, resta colpito dalle belle
terre del golfo di Napoli ed, in particolare, dell'isola
di Procida.
Alphonse ne ammira la particolarità, la semplicità
della sua gente e s'innamora di una giovane fanciulla dagli
occhi neri e dalle lunghe trecce: Graziella.
Graziella, figlia di pescatori procidani, corrisponde quel
tenero amore che ben presto viene interrotto dalla partenza
di immprovvisa di lui per la Francia.
Alphonse lascia la sua amata Graziella con una promessa:
sarebbe ritornato presto da lei.
Alphonse non mantiene la promessa e Graziella, nella vana
attesa, si ammala.
Prima di morire, la giovane spedisce ad Alfonso una lettera
contenente una treccia dei suoi capelli.
Alphonse conserverà per tutta la vita quella lettera,
quella treccia insieme col ricordo di quell'amore che non
riuscirà più a trovare in nessun'altra donna.
Procida
e Graziella
Graziella è divenuta un mito, l'immagine della
tipica donna procidana: mediterranea, solare, semplice
e bella.
Da circa 50 anni, nell'ambito di una grande festa popolare
che si svolge in estate, la Sagra del Mare,
viene eletta "Graziella" ossia la ragazza procidana,
vestita con il tipico costume procidano, che più
rappresenta Lei, la Graziella lamartiniana.
Leggi della rassegna della Sagra
del Mare, guarda le foto, ammira il costume procidano
tipico. Continua...
Dal
romanzo Graziella: “…scendevano lentamente le vie scoscese di
Procida, e presto giungemmo alla Marina. Così si chiama
la spiaggia vicino alla rada o al porto nell’arcipelago
e sulle coste d’Italia. La spiaggia era coperta di barche
di Ischia, di Procida e di Napoli che la tempesta del giorno
precedente aveva costrette a cercare un rifugio nelle sue
acque.
I marinari e i pescatori dormivano al sole, al rumore decrescente
dei marosi, o chiacchieravano radunati in capannelli sui muri
(…) Rifacemmo la strada ma lentamente, mettendoci a
sedere sotto tutti gli alberi, all’ombra di tutti i
pergolati, discorrendo, fantasticando o comperando da tutte
le giovani procidane i panieri di fichi, di nespole, d’uva
che esse portavano, e lasciando così passare il tempo”
L'abito di Graziella
“L’abito si compone dei
seguenti pezzi: la lettiera, camicia di lino o tela d’Olanda,
con crespe al petto, alle maniche, alle spalle; il corpetto,
fascetta con tiranti, che fa le veci del busto o corset; il
pannicello, di castoro scarlatto, messo da far parere un pochino
l’onda della pettiera e un orlo di essa più giù;
il rubretto, specie di sottanino con la perea (balzana) di
tela armesina scarlatta, e il corpo di raso rosso o di altro
colore, ricamato in oro; la gonnella, di seta rossa, o bianca
o celeste chiaro, con l’orlo (linzo) di sotto che esce
il dito di fuori, di panno scarlatto ricamato in oro; la quale
copre tutto il corpo del rubretto, meno qualche linea; la
camiciuola, (zimarra), di raso rosso o verde, con le cocciole
di oro, o punte di Spagna, che cominciamo dalle estremità
delle due ali, cingono il collo si diffondono per la spalla,
con due giri nella manica e cinque bottoni che chiudono il
polso” (M.Parascandola)